Solennità di San Pietro e Paolo – 29 giugno 2025
Nel Vangelo Gesù invita i discepoli ad interrogarsi, di fronte alle diverse opinioni della gente, su quale sia la verità circa il figlio dell’uomo. Per noi ciò equivale ad interrogarci se ci sia e quale sia una verità che vale la pena di seguire, una verità, cioè per la quale vale la pena investire tutta la vita. Nell’epoca fluida degli influencers, del relativismo, delle fake news, dei diritti affermati non più sulla base del bene comune ma dei desideri individuali, questa domanda sulla verità può sembrare ridicola, praticamente inutile. Eppure, Gesù ci sfida: tu cosa ne dici? Credi davvero che io abbia qualcosa da dire che sia una verità solida come una roccia sulla quale costruire la tua vita?
Perché, se esiste una verità essa sta alla vita come una chiave sta alla porta, come un sentiero sta alla sua meta. La verità, cioè non è una teoria, ma un insieme di fattori che permettono di entrare nella vita sapendo come muoversi, gustando fino in fondo il suo sapore, valorizzando al massimo tutte le sue potenzialità. Paolo e Pietro sono due figure estremamente diverse tra di loro, eppure entrambi hanno vissuto in pienezza la loro vita e sono arrivati al dono totale di sé stessi perché entrambi seguivano la stessa verità che è Cristo risorto. Perché tante situazioni sono vissute male e sembrano senza uscita? Perché certi progetti falliscono? Perché tante aspettative si rivelano illusorie? Perché tante apparenti soddisfazioni lasciano il cuore vuoto o addirittura arrabbiato?
Certo possono esserci mille ragioni. Ma ti sei mai chiesto se conosci la verità della vita, se esistono le istruzioni per la vita e se le hai mai seguite? Il Vangelo di oggi ci ricorda che, la verità della vita esiste e che essa è solida come una roccia e semplice come una chiave. Il vangelo ci ricorda anche, tuttavia, che questa verità non viene dalla carne e dal sangue, non si trova tra le tante opinioni umane e non può essere costruita dall’intelligenza artificiale. Si tratta di una verità che giunge a noi dal Padre che è nei cieli, per mezzo di Gesù, che per noi è morto ed è risorto e che ci invita a credere che la vita sulla terra può diventare così luminosa da riflettere la vita del cielo. Quello che sciogliete o legate sulla terra, dice Gesù, quello che disponete nel vostro cammino terreno, sarà sciolto o legato nel cielo.
Paradossalmente, non è ciò che si decide in cielo che forma la nostra libertà ma proprio quello che si decide sulla terra. Per questo la vita è seria, per questo è così importante conoscere la verità e per questo San Paolo paragona il suo percorso di vita ad una battaglia per le cose che bisogna difendere e ad una corsa per le cose che bisogna perseguire. Alla fine, però, egli conclude, ciò che conta è conservare l’essenziale che è la fede, cioè, appoggiarsi con fiducia alla verità del vangelo. Dobbiamo conservare questa fede perché siamo continuamente tentati, come Demas uno dei collaboratori di Paolo, di lasciar perdere il cielo e preferire il mondo. Questo sembra soddisfare all’inizio ma alla fine delude. Perché ciò che da senso alla vita non è quello che riusciamo a realizzare con le nostre forze ma la corona di giustizia che è dono di Cristo.
È questo riconoscimento finale da parte di Cristo che da senso a tutti i dettagli della vita e che riscatta anche le nostre sofferenze, eventuali fallimenti e persino la morte. Il Signore Risorto, infatti, conclude San Paolo, è capace di strappare dalle fauci del leone. Egli, cioè, è capace di salvare quando tutto sembra perso, quando ti ritrovi impotente e già sconfitto, già catturato dalle fauci del nemico. Questa salvezza si riferisce naturalmente alla salvezza dal peccato e dalla morte, ma anche da tutti quei mille pericoli nel mondo che insidiano la nostra vita e, in particolare, la nostra fede. Questo discorso può sembrare una favoletta. Anche Pietro, nel racconto degli Atti, finché non ha raggiunto la libertà, credeva di sognare. Non pensavo, egli dice, che fosse verità quello che mi stava accadendo.
La verità del Vangelo opera per la fede e quindi si riferisce a realtà che superano le attese umane e che per questo possono apparire un sogno, qualcuno direbbe un’alienazione. Eppure, questa verità alla fine si rivela più vera di ogni realtà, più forte delle catene ai piedi di Pietro, più efficace delle guardie alle porte della prigione, più stabile dei progetti del re erode e dei tanti come lui che percorrono la storia dell’umanità. Abbracciare sinceramente la verità della fede significa appoggiarsi alla forza di Cristo. È lui, come ha promesso nel Vangelo, che dà alla chiesa la forza di sfondare le porte degli inferi le cui chiavi sono in mano al demonio, e la possibilità di partecipare alla vita divina, di entrare nel Regno dei cieli le cui chiavi sono state poste nelle mani di Pietro.