Battesimo del Signore – 2024

Il Vangelo di Marco comincia con un forte contrasto. Alle altissime aspettative suscitate da Giovanni che annuncia la venuta di uno più forte di lui e un battesimo nello Spirito Santo che dovrebbe sostituire il suo, si contrappone l’arrivo di Gesù da Nazareth di galilea, e non da Gerusalemme come ci si sarebbe aspettato, e la sua umile richiesta di essere battezzato da Giovanni. Eppure, è proprio in questo abbassamento di Gesù che si compiono le profezie. Mentre infatti Gesù usciva dall’acqua si strappano i cieli. Il verbo usato da Marco è lo stesso utilizzato più tardi per parlare del velo del tempio di Gerusalemme che si strappa alla morte di Gesù. È come dire che la discesa di Gesù nel Giordano crea uno squarcio in ciò che doveva separare la santità di Dio e la vita del cielo dalla realtà di peccato dell’uomo e dalla vita del mondo in generale. In questo modo davvero lo Spirito Santo può scendere su Gesù e su tutta l’umanità ferita dal peccato per garantire la possibilità di una vera rinascita.

Le parole del padre rivolte a Gesù possono quindi estendersi a ciascuno di noi: tu sei mio figlio. Tre volte nella scrittura Gesù è proclamato figlio di Dio. A Betlemme nel momento della sua nascita al mondo, nel Giordano quando risale dall’acqua del battesimo e finalmente dopo la resurrezione per la quale, dirà San Paolo, egli viene costituito figlio di Dio nella potenza dello Spirito Santo. Queste tre circostanze corrispondono alla triplice testimonianza di cui parla Giovanni quella dell’acqua che si riferisce alla nascita di Gesù nella carne, quella del sangue che si riferisce alla sua morte per redimere i peccati, prefigurata dall’abbassamento del Giordano, e quella dello spirito che si riferisce alla sua resurrezione. In questo modo Gesù segna il nostro cammino di crescita umana e spirituale.

Anche noi siamo infatti chiamati a sperimentare una triplice nascita: quella della carne quando veniamo alla luce, quella del battesimo quando usciamo dall’acqua del fonte battesimale e finalmente quella della resurrezione quando usciamo dalla tomba per condividere la gloria dei figli di Dio. Il battesimo di Gesù allora apre per noi la possibilità di questa triplice nascita. Chiunque crede che Gesù è il Cristo, colui cioè la cui carne e’ stata unta dallo Spirito Santo, dice Giovanni, nasce da Dio. Chiunque accoglie la voce dal cielo che indica in Gesù il figlio amato, viene generato nella fede e diventa capace di due cose altrimenti impossibili alla natura umana ferita dal peccato.

La prima è quella di amare gli altri non più a partire dalla nostra affettività oppure dalle nostre affinità naturali ma a partire dalla fede. Da questo sappiamo di amare i figli di Dio: per il fatto che amiamo il Padre che li genera e amiamo la sua volontà. Impariamo, insomma, ad amare, non più seguendo i nostri istinti ma a partire dal desiderio di fare la volontà del padre, di compiacerlo, di avere una relazione con Lui. Per comprendere la novità di questo amore bisogna andare al profeta Isaia dove Dio dice: i pensieri del vostro cuore non sono i miei e così le vostre vie. Essi sono distanti come il cielo dalla terra. Essi sono incomunicabili. Cristo nel Giordano ha strappato i cieli ed ha rivelato la caratteristica fondamentale della volontà del Padre che è la gratuita del suo amore dato al peccatore che non può ricambiarlo. Chi non ha denaro venga ugualmente, continua Isaia. Comprate senza spesa.

Questo modo nuovo di amare nella gratuità inevitabilmente si coniuga con un modo nuovo di stare nel mondo. Quel mondo che eravamo abituati a servire per sentircene parte e per garantirci la sua alleanza nel perseguimento dei nostri interessi si rivela, alla luce dello Spirito Santo, come un ostacolo subdolo che bisogna imparare a vincere. Perché spendete denaro per ciò che non è pane? Solo la fede ti illumina circa il fatto che il mondo non è una realtà da farsi amica ma da vincere, perché il mondo finché lo tratti da amico ti dominerà sempre ed in ogni caso. Tu credi di poterti servire di esso e solo alla fine ti accorgi che sei tu che lo hai servito e non ci hai guadagnato nulla: perché spendete il vostro salario per ciò che non sazia? È la parola del Padre che scende sulla terra per dare pane da mangiare e seme per seminare. Solo nel compimento della volontà di Dio troviamo sazietà per noi stessi e abbondanza per donare cose vere agli altri. Ma se non ti accorgi di aver fame può succedere che ti accontenti della tua miseria. Può succedere che ti illudi che la vita sia quella che hai già, la vita nuda e faticosa che devi guadagnarti e difendere con i tuoi sforzi e la e le tue abilità. Può succedere che continui a lottare per mantenere la tua alleanza apparentemente vantaggiosa con questo mondo che ti lega a sé e non cominci mai combattere per vincerlo. È questa la vittoria che vince il mondo: la nostra fede. La nostra fiducia nella possibilità di rinascere alla vita del cielo per dare compimento a quella sulla terra.