Domenica 23 aprile 2023 – Pasqua III/a

Il signore è risorto ed è apparso a Simone. Questo annuncio, una volta confermato dalla testimonianza di Pietro, diventa l’annuncio della Chiesa nel tempo del suo pellegrinaggio. Chi lo accoglie risorge con Cristo nel senso che partecipa fin da ora alla sua vita risorta. Cosa significa tutto ciò? Significa passare da quella che Pietro chiamava “una condotta vuota ereditata dai padri” ad una vita “piena di Spirito Santo”. Non si tratta di un’esperienza speciale, di una sorta di superpotere, di una conoscenza esoterica. La vita nello Spirito Santo è quello che voi udite e vedete, insiste Pietro. Essa è coestensiva alla tua vita ordinaria vissuta però con una libertà nuova che ti permette di rendere testimonianza agli altri, di diventare evangelizzatore di gioia, spesso a partire proprio da una grossa delusione come per i discepoli di Emmaus. Una vita soltanto naturale può essere eroica e significativa come quella di Davide, re e profeta. Eppure, dice Pietro, permettete che vi parli con franchezza. Lo stesso Davide non ha trovato la sua realizzazione nelle sue opere. Il suo sepolcro è qui in mezzo a noi. La sua gioia era nello Spirito Santo che operava in lui e lo portava ad annunciare la resurrezione di Cristo. Non una resurrezione astratta ma la resurrezione nel suo vero corpo. Così Davide può dire che il suo cuore gioisce, la sua lingua canta, la sua carne, anche se muore, riposa al sicuro. Quel Gesù che hanno messo nel sepolcro noi diciamo che vive ed è stato visto da Pietro. Se Gesù fosse semplicemente esistito nel passato io non potrei incontrarlo. Ma se Egli è vivo allora può farsi presente nella mia vita “vuota” con la sua “vita piena”.  E io posso incontrarlo. Non banalmente come incontro il giornalaio ma in termini di comunione, cioè di partecipazione alla sua vita risorta per mezzo del dono dello Spirito Santo, che non è solo per il re Davide ma per chiunque crede. Questa è la nostra fede che sfida il mondo e i suoi ragionamenti. La vita è stata innestata nella morte dice San Leone Magno. La vita di Dio per il mistero dell’incarnazione ha assunto la nostra carne mortale, ha condiviso la nostra vita vuota ereditata dai padri e risorgendo l’ha riempita con la sua vita divina cambiando la natura del nostro vivere. Il cambio è già avvenuto perché Cristo è già risorto. Apparentemente abbiamo l’impressione che non cambia nulla all’esterno. Il nostro sguardo sulla vita è oscurato dal peccato, cioè da quell’atteggiamento interiore che Gesù rimprovera ai discepoli come stoltezza e lentezza di cuore nel credere. Siamo così abituati a fermarci alla mera fattualità della vita e della storia da escludere automaticamente qualcosa di “più” in essa. Soltanto tu, dicono i due di Emmaus a Gesù, non sai quello che è successo? Ebbene, davvero Gesù è il solo che è risorto ed è il solo che “passa nella nostra vita” per illuminarla di una luce nuova. La buona novella è che è possibile lasciarsi incontrare da lui, lasciarsi raggiungere da lui. Il Vangelo di Emmaus è una luce su questa possibilità e mette in chiaro che questo incontro non è un appuntamento in un luogo circoscritto ma è piuttosto il riconoscimento che si fa lungo un cammino. E mette in chiaro pure che l’iniziativa è di Cristo il quale ci raggiunge in questo nostro cammino e ci interpella ancor prima che noi possiamo cercarlo e aprire gli occhi per riconoscerlo. Ebbene Gesù parte proprio dalla realtà di una vita deludente per annunciare che lui l’ha assunta pienamente, amorevolmente, con piena fiducia nel padre e questa sua fiducia ha trasformato quei fatti che apparivano deludenti in un cammino di gloria. Non sapevate che il figlio dell’uomo doveva passare attraverso molte sofferenze per entrare nella sua gloria? Vuoi incontrare Cristo e partecipare alla sua gloria? Vuoi lasciarti incontrare da Cristo risorto? Ama il reale. Abbraccia la realtà che vivi. Smetti di fuggire, di maledire, di sognare alternative eroiche. Fa quello che puoi per vivere con pienezza la tua vita ma poi affida a Dio il tuo destino perché possa compiere la sua opera. Anche se i nostri occhi non lo vedono Cristo è presente nei fatti della nostra vita e fa il cammino con noi. E con il dono dello Spirito fondamentalmente ci apre alla comprensione della Scrittura mostrandoci non solo come essa si è realizzata in Lui ma anche come essa si realizza in me che credo in lui. Scoprire che la Parola di Dio illumina “diversamente” la mia vita significa rendersi conto di essere amati con un amore particolare. Significa aprirsi alla certezza che non esiste il caso o la sfortuna ma solo il mistero grande di “emmaus”, cioè del Dio con noi; anche a sera. Anche quando tutto sembra volgere a conclusione e non dovrebbe accadere più niente di significativo. Si tratta di convertirsi fondamentalmente da un cuore duro e lento ad andare oltre l’evidenza ad un cuore che arde perché si scopre raggiunto dalla resurrezione, dalla vita di Dio, dalla vita eterna. E il cuore che arde inevitabilmente diventa un cuore accogliente verso Dio e il fratello: rimani con noi Signore.